Col termine di artrosi gleno-omerale si intende un’artropatia cronica a carattere evolutivo, consistente inizialmente in alterazioni regressive della cartilagine articolare della scapola e dell’omero e secondariamente in modificazioni delle altre strutture che compongono l’articolazione (osso, sinovia, capsula).
Si distinguono due forme di artrosi:
Osteoartrosi primaria, riferibile solo a fattori generali
Osteoartrosi secondaria dove è riscontrabile una causa locale (rottura cuffia rotatori, frattura, artrite).
La diagnosi deve avvenire tramite un’attenta anamnesi, l’esame obiettivo del paziente e la valutazione di esami radiologici (RX, RMN e/o TAC senza contrasto).
Terapia Medica
Vengono utilizzati integratori e farmaci anti-infiammatori/anti-dolorifici nelle fasi iniziali e nelle crisi di riacutizzazione
Terapia Fisica
La ginnastica funzionale, le applicazioni di calore locale, di ultrasuoni, di magnetoterapia ed altre terapie fisiche trovano indicazione, oltre che nelle fasi iniziali, anche nelle forme avanzate e nelle fasi pre e post operatorie.
Terapia Infiltrativa
In caso di mancato successo delle precedenti terapie e se per le condizioni generali viene sconsigliato l’intervento chirurgico, si può eseguire un ciclo di terapia infiltrativa con acido jaluronico.
Terapia Chirurgica
Protesi totali anatomiche utilizzate nelle artrosi concentriche. Sono costituite da una componente omerale eventualmente associata ad una componente glenoidea. Richiedono il buon funzionamento della cuffia dei rotatori e del muscolo deltoide.
Protesi totali inverse utilizzate nelle artrosi eccentriche. Sono costituite da una componente omerale e da una componente glenoidea ma in questo caso non è richiesta la presenza della cuffia dei rotatori. Richiedono il buon funzionamento del muscolo deltoide.
Prima dell’intervento
ESAMI PRE-OPERATORI
Nei giorni precedenti il ricovero vengono eseguiti i seguenti accertamenti pre-operatori: Ecg, Esami ematici, visita anestesiologica, visita ortopedica
TIPO DI ANESTESIA
Generalmente l’anestesista esegue l’anestesia più adatta per il paziente (spesso un blocco del plesso cervicale accompagnato da una sedazione o da un’anestesia generale).
Dopo l’intervento
Il Paziente viene dimesso mediamente 2 giorni dopo l’intervento. Vengono prescritti una terapia farmacologica ed un percorso riabilitativo. Generalmente il reggibraccio viene mantenuto per 4 settimane. La fisioterapia normalmente inizia dopo 2 settimane dall’intervento, prevedendo 3-4 settimane di esercizi passivi e proseguendo poi con un periodo di esercizi attivi.